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Sostenibilità e innovazione nella moda: intervista ad Alberto Candiani

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Intervista integrale di Financ&youth con Alberto Candiani

@Financ&youth
17 Aprile, 2025

L’evento Experience 27.03 si è svolto presso Candiani Denim Store, negozio della storica azienda italiana fondata nel 1938, da sempre sinonimo di qualità e sostenibilità nel mondo dell’abbigliamento.

Ancora oggi a conduzione familiare, Candiani offre nel cuore di Milano un’esperienza unica: la possibilità di creare jeans su misura scegliendo tra una vasta gamma di tessuti innovativi e non inquinanti.

Financ&youth ha intervistato Alberto Candiani, quarta generazione alla guida dell’impresa, per approfondire il suo contributo nella gestione della storica azienda familiare, volto a consolidare il posizionamento di Candiani Denim come leader dell’innovazione nel settore tessile.

"La sostenibilità non può che essere innovativa e l’innovazione non può che essere sostenibile"

Ciao Alberto, partiamo subito con una domanda centrale: In un mondo in cui tante aziende praticano greenwashing, come si assicura Candiani di comunicare ai suoi stakeholder un reale impegno e interesse per la sostenibilità?
Per Candiani è fondamentale testimoniare ai propri stakeholder l’impegno verso l’innovazione sostenibile. Partiamo dal presupposto che la sostenibilità non può che essere innovativa e l’innovazione non può che essere sostenibile: creare un prodotto nuovo che inquini più degli altri nei propri processi è oggi inimmaginabile. Ci impegniamo per certificare e validare scientificamente i nostri prodotti e la nostra comunicazione, che suddividiamo su due livelli: uno comprensibile al consumatore finale e uno pensato per il mercato B2B, quindi con un approccio maggiormente tecnico e scientifico, con l’obiettivo di validare le innovazioni sostenibili su cui lavoriamo.
Considerando un mercato sempre più attento a questa tipologia di tematiche, come vedi l'evoluzione della sostenibilità nel settore dell'abbigliamento? Quali saranno le principali sfide per aziende come Candiani?
La sostenibilità nel settore dell’abbigliamento è in questo momento storico un tema molto delicato. Il covid ha probabilmente portato ad un’involuzione che ha favorito il greenwashing e penalizzato la vera innovazione nel settore. Nonostante ciò, molti marchi di moda si impegnano per intraprendere e consolidare un percorso sostenibile. Mi sono reso conto che più se ne parla, meglio è: è iniziata un’evoluzione importante, di cui siamo solo all’inizio, in cui è diventato strettamente necessario realizzare prodotti migliori e occuparsi di circolarità. Anche le istituzioni, e più in generale la politica, stanno ponendo sempre maggiore attenzione verso queste tematiche. Aziende come la mia fanno si che ci sia maggiore chiarezza e speriamo di contaminare positivamente l’industria tessile e della moda.
Come si integra la sostenibilità nella progettazione dei vostri prodotti e nella scelta dei fornitori e partner?
La sostenibilità si integra a qualsiasi livello della nostra organizzazione. Fa parte di chi siamo: Candiani nasce nel cuore del Parco del Ticino, una riserva naturale istituita negli anni 70. Questo ha comportato il fatto che ci evolvessimo in un certo modo e, anche grazie alla mentalità della famiglia e degli imprenditori che hanno fondato Candiani, siamo dei veri e propri maniaci del rispetto dell’ambiente e della pulizia dei luoghi di lavoro. Oggi l’integrazione della sostenibilità interessa tutte le fasi della produzione: dall’ingegnerizzazione di un tessuto, a partire dalla fibra, dalla filatura e tintura della stessa, con l’obiettivo di diminuire l’impatto ambientale fino a renderlo quasi nullo. Talvolta, riusciamo a rendere l’impatto ambientale positivo, grazie alla creazione di tessuti compostabili, oltre che riciclabili. Un esempio concreto è il nostro brevetto COREVA™: siamo gli unici al mondo capaci di realizzare un tessuto elasticizzato con una gomma naturale, i cui scarti possono essere utilizzati in agricoltura, compiendo un processo di circolarità unico e definitivo.
Alberto, siamo contenti che tu abbia parlato del vostro brevetto COREVA™! F&Y ha visto che Candiani ha utilizzato gli scarti del denim COREVA™ per fertilizzare un terreno, dove sono poi stati coltivati dei pomodori, utilizzati per creare una salsa al pomodoro servita ai Green Carpet Fashion Awards a Los Angeles. Com'è nata questa idea?
Esatto! COREVA™ è una tecnologia visionaria ed è un brevetto, e in quanto tale, è nato proprio per fornire una soluzione ad un problema: tutto ciò che viene comunemente elasticizzato è sintetico e quindi non può essere biodegradabile, compostabile e soffre di grandi problemi quando si tratta di riciclaggio. L’idea di usare la gomma naturale nella composizione della fibra nasce.. in rosticceria! Un giorno ho notato che un salame, anziché essere avvolto dalla tradizionale corda, era avvolto da una particolare gomma. Questo mi ha incuriosito sin da subito, così ho pensato: se quella gomma viene utilizzata per la conservazione di un alimento, significa che deve esser processata in un modo particolare. Sono dunque riuscito a risalire al distributore italiano di quel prodotto, scoprendo il suo legame di parentela col produttore, che vive in Malesia. Dopo esserci entrato in contatto, sono andato a Malpensa, ho comprato un biglietto per Kuala Lumpur e sono andato a suonare il suo campanello. L’ho poi convinto a realizzare il formato che ci sarebbe servito per esser inserito nel cotone e rendere così i nostri tessuti elasticizzati. La storia non finisce qui: lo scorso anno, per testimoniare il processo di circolarità compiuto, abbiamo utilizzato gli scarti dei tessuti COREVA™ come ammendante agricolo per coltivare dei pomodori, con cui abbiamo realizzato un’ottima salsa. Per quanto non si possa chiaramente mangiare il jeans, è possibile che questo ritorni al terreno e alla natura per generare qualcosa di nuovo! In questo caso dei pomodori e una salsa veramente eccezionale.